gli orientamentiTerapia Cognitivo-Costruttivista

Il Cognitivismo si è sviluppato negli ultimi trent’anni, attraverso lo stretto rapporto ed il continuo dialogo con la ricerca scientifica sul funzionamento del cervello, della mente e delle emozioni. E’ un approccio alla cura della sofferenza psicologica e del disagio esistenziale, che attribuisce un particolare rilievo al modo in cui ciascuno di noi pensa e sente: ovvero, al modo in cui ognuno “costruisce” la propria idea o rappresentazione della realtà, di se stesso e di sé in relazione agli altri. In tale prospettiva, la psicoterapia è centrata sul riconoscimento dei legami (spesso disfunzionali, rigidi o poco equilibrati) tra pensieri, emozioni, sensazioni somatiche e comportamento, al fine di renderli maggiormente flessibili ed adattativi. Lo sviluppo di una maggior consapevolezza del proprio modo di funzionare favorisce, inoltre, una maggiore capacità di regolazione dei propri stati mentali ed emozionali.

– È PRATICA E CONCRETA:
Lo scopo della terapia si basa sulla risoluzione dei problemi psicologici concreti. Alcune tipiche finalità includono la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico e dell’eventuale concomitante agorafobia, la riduzione o l’eliminazione dei rituali compulsivi o dei comportamenti alimentari patologici, la promozione delle relazioni con gli altri, la diminuzione dell’isolamento sociale, e cosi via.

– È COLLABORATIVA:
Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il soggetto alla risoluzione dei propri problemi. La CBT è, infatti, una psicoterapia sostanzialmente basata sulla collaborazione tra paziente e terapeuta. Entrambi sono attivamente coinvolti nell’identificazione e nella messa in discussione delle specifiche modalità di pensiero che possono essere causa dei problemi emotivi e comportamentali che attanagliano il paziente.

– È A BREVE TERMINE:
La CBT è a breve termine, ogniqualvolta sia possibile. La durata della terapia varia di solito dai quattro ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza il più delle volte settimanale. Problemi psicologici più gravi, che richiedano un periodo di cura più prolungato, traggono comunque vantaggio dall’uso integrato della terapia cognitiva, degli psicofarmaci e di altre forme di trattamento.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale combina due differenti forme di terapia:

1. LA PSICOTERAPIA COMPORTAMENTALE

Che aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona mette in atto in tali circostanze, mediante l’apprendimento di nuove modalità di risposta, l’esposizione graduale alle situazioni temute e il fronteggiamento attivo degli stati di disagio.

2. LA PSICOTERAPIA COGNITIVA

Che aiuta ad individuare certi pensieri ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle forti e persistenti emozioni problematiche vissute dal paziente, a correggerli, ad arricchirli, ad integrarli con altri pensieri più realistici, o, comunque, più funzionali al proprio benessere.
Il cambiamento dei contenuti e dei processi cognitivi problematici (convinzioni, valutazioni, aspettative, emozioni, distorsioni cognitive, ecc.) non viene perseguito, quindi, soltanto mediante la discussione e la riformulazione delle convinzioni disfunzionali dei pazienti, bensì mediante numerosi e variegati metodi d’intervento, diretti non solo agli aspetti cognitivi del funzionamento dell’individuo, ma anche a quelli specificamente emotivi e comportamentali.